Dopo aver
visto in un precedente articolo come si restaura il tipo di cric più vecchio
prodotto dalla Shelley e fornito con le SII e SIIA, vediamo ora come si fa la
stessa operazione sul tipo più recente fornito con le SIII fino agli anni 80
denominato Tangye Shelley.
Per prima
cosa va rimossa la vite a brugola che impedisce alla corona dentata con l’
albero filettato di sfilarsi dal corpo del cric.
Possiamo quindi rimuovere la corona con l’ albero filettato, il
sottostante cuscinetto ed il dispositivo frenante che impedisce all’ albero
filettato di girare insieme alla corona dentata quando si alza o si abbassa il
cric. L’ albero filettato più grande, a circa un terzo della lunghezza dall’
estremità inferiore, ha il filetto piegato; non è un danno, ma un sistema fatto
apposta per avere un fine corsa ed evitare che l’ albero possa essere estratto
troppo dal copro del cric rendendolo instabile.
Nella foto
sottostante possiamo vedere i dettagli del cuscinetto, delle parti che
compongono il freno ovvero gabbietta, molla e semisfera e la vite a brugola
rimossa per prima.
Per
rimuovere il pignone è necessario togliere la spina elastica che ne impedisce
la fuoriuscita, per farlo possiamo usare un adatto punzone o semplicemente un
chiodo di diametro appropriato.
Togliamo
quindi il tappo inferiore in plastica spingendo dall’ interno con il manico di
un cacciavite in modo da non danneggiarlo.
Dopo aver
pulito accuratamente tutti i componenti esaminiamo il cuscinetto, in questo
caso presenta notevoli segni di usura sulle due piste che sono in acciaio
dolce, non cementato, oltretutto sono piatte per cui le sfere scaricano tutto
il peso sollevato dal cric in un solo punto lungo la circonferenza delle piste
facendole usurare rapidamente se il cric venisse utilizzato più che
saltuariamente come dovrebbe essere in caso di foratura; la gabbia a rulli con
le sfere invece appare in ottime condizioni.
Andando con
il campione da un rivenditore di articoli tecnici ho trovato un ottimo
cuscinetto reggispinta della SKF con le piste in acciaio cementato che hanno
una scanalatura dove scorrono le sfere facendo si che il peso venga scaricato
su un arco di circonferenza invece che
in un punto solo sollecitando molto meno il tutto; i diametri sono praticamente
corrispondenti (42 mm interno, 60 mm esterno), ma l’ altezza è inferiore, visto
che anche quest’ ultima deve corrispondere ho aggiunto un’ apposito distanziale
con il medesimo diametro delle piste del cuscinetto che porta l’ altezza alla
stessa del vecchio cuscinetto rendendo il tutto perfettamente intercambiabile
oltre ad essere molto più robusto ed affidabile di prima. Nella foto sotto a
destra si vede il confronto tra il vecchio cuscinetto e quello nuovo con il
distanziale aggiunto per fargli raggiungere la medesima altezza.
Procediamo
quindi ad un’ accurata pulizia delle parti da verniciare rimuovendo sporcizia,
ruggine e vecchia vernice lavando bene il tutto con un energico sgrassante,
spazzolando e carteggiando bene; dopo un’ ultima pulita con del diluente nitro
diamo una mano di convertitore di ruggine per neutralizzarne eventuali tracce
rimaste e procediamo alla verniciatura usando una buona vernice nera semilucida
preferibilmente catalizzata. Da evitare le bombolette che danno risultati
insoddisfacenti e poco duraturi.
Iniziamo
ora il riassemblaggio montando per prima cosa il pignone dopo averlo ingrassato
bene e riempito di grasso la sua sede, una volta in posizione si inserisce la
spina elastica di bloccaggio; possiamo poi inserire il cuscinetto dopo averlo
riempito di grasso, va bene quello per mozzi ruota di consistenza NLGI3, ed il
dispositivo frenante costituito dalla gabbietta, dalla molla e dalla semisfera,
conviene riempire tutto di grasso per far si che i tre pezzi rimangano
attaccati insieme e non caschino prima che venga inserito l’ albero filettato.
Inseriamo ora
l’ albero filettato con la corona facendo attenzione che la semisfera del
dispositivo frenante non si stacchi, conviene tenerla con un dito o con un
cacciavite passando dal foro presente nella parte inferiore del cric; inseriamo
quindi la vite a brugola lasciandola svitata di almeno mezzo giro in modo che
non sforzi sulla corona frenandola, inseriamo il tappo inferiore in plastica e
poi alziamo completamente il cric per verificare il corretto funzionamento ed
ingrassare leggermente entrambi gli alberi filettati.
Il restauro
è terminato, dopo alcune ore di lavoro il cric è tornato come nuovo se non
meglio!